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Era un giorno di maggio. Un signore gentile, con aria spaesata, mi chiede: "Scusi, sa dove posso trovare l'assessore Morettini?" "Eccomi! Sono io. Cosa posso fare per lei?" "Guardia di Finanza: dovrebbe seguirmi". Da quel giorno di maggio del 2008, l'inizio della vicenda giudiziaria genovese chiamata "Mensopoli", Massimiliano Morettini, indagato e poi prosciolto in istruttoria dopo 14 mesi perché "il fatto non sussiste", finisce in prima pagina come corrotto. Travolto dalla durezza delle accuse, dai titoli dei giornali, dai giudizi sprezzanti e liquidatori di padri più o meno nobili della città, il protagonista, in un forzato silenzio, non può far altro che subire. Le sue riflessioni, i suoi incubi, le sue rabbie si alternano ai fatti salienti della sua vita rivissuti con un'intensità e un senso che prima non gli pareva avessero. Le memorie d'infanzia, l'Arci di Tom Benetollo, il G8 di Genova, gli affetti, la politica. I suoi ricordi danzano attorno alle vicende di quei giorni tratteggiando i contorni di una generazione che ha vissuto la sua giovinezza tra il 1990 e i primi anni del 2000. In questo romanzo, che racconta i primi sei giorni dell'indagine, colpisce l'assenza di spirito di rivalsa tipico di chi ha subito l'ingiustizia di una reputazione violentata. Il romanzo, con rigore e ritmi narrativi serrati, non solo ricostruisce aspetti poco noti di un fatto pubblico che fece a Genova molto scalpore, ma restituisce la dimensione umana di un autore che sa come si racconta una storia.